Hosting per blog e testate: quale scegliere

Hosting per blog e testate: quale scegliere

Per alcuni, forse molti, potrebbe sembrare strano ma anche le testate giornalistiche, al pari dei blogger, fanno largo uso – per la pubblicazione e promozione dei loro contenuti online – dei CMS più famosi e gettonati.

Se questa piccola premessa potrebbe sembrarvi non molto convincente, possiamo assicurarvi che oltre a loro, anche grandi aziende come Sony Music, il gruppo Renault, AdEspresso, Toyota e tantissimi altri brand di taglio internazionale, hanno scelto WordPress come sistema di gestione dei contenuti.

Per tornare quindi in tema, sia il New York Times che il gruppo Vivendi, ma anche riviste come Sun e Vogue (solo per citare alcuni grandi marchi) basano i loro contenuti, letti da milioni di persone ogni giorno, sul popolarissimo WordPress.

Volendo menzionare invece qualche blog o testata giornalistica nostrana, non possiamo non riferirci immediatamente ad iitnews.

Ebbene, se inizialmente potrebbe sorprenderci il fatto che blogger famosi e testate giornalistiche altrettanto blasonate facciano uso di CMS (in larga parte gratuiti ed open source), questo fattore potrebbe tuttavia passare in secondo piano rispetto a quella che è la filosofia di fondo di questi strumenti, i quali dispongono di editor WYSIWYG (What you see is what you get, ovvero “quello che vedi è quello che ottieni“).

In parole povere, potremmo senz’altro affermare che essi svolgono ottimamente il loro lavoro, pertanto molte testate scelgono di non orientarsi su soluzioni custom, continuando quindi ad utilizzare ciò che di buono è stato prodotto, seppur a titolo gratuito.

Badiamo bene ad una cosa però, il fatto che i principali CMS siano gratuiti, non precludono la possibilità – quasi certa – di adottare estensioni e temi a pagamento.

A questi, vanno aggiunti poi i costi dei relativi piani di hosting e server web utilizzati.

Quindi, possiamo sicuramente affermare – sulla base di questi molteplici esempi – che non sempre l’adozione di un CMS è dettata dal non voler investire grandi risorse economiche nello sviluppo di soluzioni proprietarie (software custom), bensì dal fatto che anche grandi organizzazioni, testate giornalistiche e chi fa blog per diletto o per professione, voglia semplificare al massimo l’attività di gestione, ottenendo al contempo ottimi risultati.

Tutto ciò è possibile senza avere come background spiccate conoscenze tecniche, sia di informatica che di programmazione.

I CMS più utilizzati al mondo

Volendo tuttavia fornirvi un’ulteriore approfondimento, al fine di darvi un’informazione quanto più chiara e precisa possibile, di seguito illustriamo l’esatta percentuale di diffusione dei vari CMS, corredata dalle rispettive quote di mercato:

  • WordPress (65,2%) 
  • Shopify (6,7%) 
  • Wix (2,9%) 
  • Squarespace (2,7%) 
  • Joomla! (2,6%) 
  • Drupal (2,0%) 
  • Adobe (1,5%)
  • Blogger (1,5%) 
  • Bitrix (1,4%) 
  • OpenCart (0,9%) 
  • PrestaShop (0,7%)
  • Webflow (0,7%) 
  • Weebly (0,5%) 
  • Tilda (0,5%)
  • GoDaddy Website Builder (0,5%)

Tutti questi dati sono facilmente reperibili online, pertanto sarebbe anche superfluo citarne la fonte.

Detto questo, c’è – tuttavia – da aprire una piccola parentesi a riguardo.

Infatti, questi numeri – sparati così a caso – non ci permettono di effettuare un riscontro oggettivo rispetto alle specifiche esigenze progettuali che hanno fatto propendere per l’adozione di un CMS rispetto ad un altro.

Tutto ciò, in linea di massima, non rappresenta però un problema in quanto è facile individuare in questa lista quali Content Management System nascono con l’obiettivo – non tanto nascosto – di semplificare al massimo la mera gestione e relativa pubblicazione di contenuti online (quali potrebbero essere ad esempio degli articoli) e quali con tutt’altro intento, come ad esempio la realizzazione di shop online, mediante i cosiddetti CMS dediti allo sviluppo di ecommerce.

Testate giornalistiche e blog: guida al miglior hosting

Solitamente, le testate giornalistiche più prestigiose fanno affidamento su Server Dedicati per ospitare i propri contenuti.

Questa scelta è dettata dal fatto che un Server Dedicato non è altro che un server fisico ad uso esclusivo, in parole povere parliamo di uno spazio di hosting posto su di una macchina che offre maggiore sicurezza per via del fatto di non condividere risorse con altri.

Tuttavia, un’altra soluzione di pregevole fattura – ma non ai livelli dei Server Dedicati – potrebbe essere rappresentata dai VPS.

In quest’ultimo caso però, lo spazio web è condiviso tra più utenti.

Ebbene, questa soluzione permette quindi un controllo delle risorse simile a quello di un Server Dedicato, ma a costi più contenuti, in quanto si tratta – per l’appunto – di una macchina condivisa.

Per quanto riguarda invece dei semplici blog, le soluzioni potrebbero essere le più disparate in quanto solitamente ci si orienta sempre su hosting condivisi per i quali non è previsto un accesso “come amministratore” e non è possibile utilizzare le risorse come un VPS o un Server Dedicato.

Ad ogni modo, a costi estremamente contenuti, è possibile “portarsi a casa” dei piani di hosting per blog capaci di gestire un traffico di circa 300 mila visite al mese, a meno di 150 euro annui.